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STOP MOTION
MACRO ASILO
Roma, 7 Maggio 2019 – Presso il MACRO Asilo si è svolto un incontro sul Performing Media con la guida di Carlo Infante, colui che ha coniato nel 2001 il termine di questa forma artistica.
Ma di cosa stiamo parlando? Ciò che viene definito Performing Media riguarda la nuova progettazione culturale attraverso la proprietà dei nuovi media interattivi, ipertestuali e connettivi. Il Performing Media è una nuova definizione per un campo di ricerca che trova quindi origine nell’ambito delle culture digitali e ancora prima del teatro di ricerca affinato ai media, ma riguarda sempre più la condizione antropologica data dallo sviluppo delle tecnologie di per sé performanti.
L’UOMO. Punto fisso di questa ricerca in quanto soggetto ed oggetto, rapporto tra corpo e spazio, teatro ed architettura. Non sempre però è corretto distinguere queste due entità, una fisica e l’altra spaziale: la vita è una proiezione continua in uno spazio sempre mutevole, non soltanto come luogo, ma anche come concetto. Lo spazio è ricreabile dall’uomo stesso tramite strumenti di proiezione, quindi possiamo parlare di spazio come digitale.
La tecnologia diventa quindi il linguaggio con cui il corpo può esprimersi e se lo spazio è tecnologico allora l’uomo può esprimersi attraverso esso; e al tempo stesso può sentire come questo muta al proprio interno.
È quindi una condizione di pervasione totale, dove spazio e corpo si fondono insieme per creare una nuova forma di arte. Quest’arte è il punto di incontro tra “reale” e “virtuale” e allo stesso tempo la fusione di questi: una realtà non diversa ma parallela.
Creare qualcosa di così innovativo richiede genio, ma soprattutto coraggio nello sperimentare tecniche e forme del tutto nuove alla percezione umana. Non sempre infatti l’uomo è in grado di andare oltre quella linea immaginaria imposta da sé stesso, non soltanto per creare, ma anche per immergersi in esperimenti del tutto nuovi quasi impossibili da concepire.
Partecipare a questo evento è stato come essere catapultati in un modo parallelo, dove ogni singola cosa assumeva un significato del tutto simile e allo stesso tempo diverso da quello che aveva al di fuori di quella struttura. Tutto poteva essere spiegato attraverso suoni, colori, immagini.
Uomo, corpo, spazio fusi nella stessa arte.